Il piano cottura è un elettrodomestico che, data la sua funzionalità, caratterizza in modo particolare l’ambiente cucina. In commercio si può contare su una vasta gamma di prodotti che si diversificano tra loro per dimensioni, materiali, funzionamento e prezzi.
Il primo aspetto da considerare nei vari tipi di piani cottura è sicuramente la grandezza. La scelta del piano cottura giusto per voi sarà dettata da quanto spazio avete in cucina, per quante persone dovete cucinare e quanto vi piace cucinare. Potete scegliere tra quattro dimensioni
– 30 cm è la dimensione con soli due bruciatori, utilizzata soprattutto nei casi in cui bisogna rispondere a particolari esigenze di composizione.
– 60 cm è la più utilizzata, una misura standard all’interno della quale trovano posto generalmente quattro bruciatori. I comandi possono essere frontali oppure laterali e questo dipenderà solo dal design.
– 75 cm è la grandezza che utilizzano quelli che hanno un piano di lavoro sufficientemente spazioso, ci sono 15 cm in più che permettono di inserire un quinto bruciatore. Più praticità, più comodità d’uso e la possibilità di usare contemporaneamente più di due pentole di grandi dimensioni.
– 90 cm è la misura per chi ama cucinare e infatti spesso viene impiegata nelle cucine professionali. Anche in questo caso ci sono cinque bruciatori ma non di rado ne potete trovare anche sei.
Una volta scelto il foro d’incasso dovrete decidere come sarà alimentato. Avete due possibilità: gas o corrente elettrica. Qui sotto trovate i quattro tipi di piani cottura presenti sul mercato, cliccandoci sopra potrete saperne di più su ognuno di essi:
-a gas
-a induzione
-alogeni
-radianti
Non comprate mai prima le pentole se non avete già scelto il vostro piano perché ognuno di questi quattro sistemi ha il suo pentolame! Le pentole classiche sono quelle pensate per la cottura a gas, potete anche usarle sui piani radianti e sugli alogeni, benché disperdano più energia di quanta ne utilizzino per riscaldare, ma sui piani a induzione, non avete alternativa, dovete comprare per forza i recipienti con fondo magnetico, altrimenti non funzionano. Per non sbagliare ecco i principali simboli identificativi utilizzati dai produttori per qualificare i modelli di pentole:
L’ultima cosa da scegliere è il tipo di rivestimento che si vuole a completamento dei fornelli. Per i piani a gas il materiale più utilizzato è senza dubbio l’acciaio, il classico inox o quello smaltato colorato. Difficile competere con le caratteristiche estetiche, funzionali ed igieniche di questo materiale che, pur essendo soggetto ai graffi, rimane tra i preferiti di chi si diletta in cucina.
Il piano cottura in cristallo temperato, è una recente soluzione di design che propone un effetto vetro al posto dell’acciaio, anche se la sua superficie a specchio vuole essere sempre mantenuta perfettamente pulita. Chi lo utilizza garantisce facilità di pulizia attraverso l’utilizzo di pelle di daino o panno in microfibra.
Ultimamente stanno andando forte anche rivestimenti composti da granito e resine acriliche come la fragranite. Vengo utilizzati anche per realizzate lavelli senza soluzione di continuità ma il loro limite è la scarsa adattabilità. Si abbinano bene ai colori del cotto e della ceramica per cui sono consigliati soprattutto per le cucine in stile classico e tradizionale.
I piani a induzione, radianti e alogeni invece hanno sposato la vetroceramica. E’ un materiale molo resistente alle alte temperature, perfettamente piano e particolarmente adatto ad essere attraversato dal calore sprigionato da questo tipo di piani cottura. E’ ottenuto partendo dal processo di manifattura del vetro e successivamente controllando la cristallizzazione a caldo dello stesso.
Una volta che avete preso tutte queste decisioni non vi rimane che la scelta più sanguinosa: il prezzo! Naturalmente cambierà a seconda del venditore ma credo non ci sia bisogno di anticiparvi che quelli a induzione sono sicuramente i più cari. Un consiglio su tutti: nel giudicare fra i tipi di piani cottura quello giusto per voi non fermatevi al suo costo d’acquisto ma prendete in considerazione anche il suo costo di gestione, ovvero quanto consuma.