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Di colore azzurro intenso e di lucentezza terrosa, il lapislazzuli è una delle gemme più impiegate in gioielleria, quando veniva usata nell’antico Egitto per la realizzazione di gioielli. Secondo recenti prove archeologiche, nel IV secolo a. C. una pratica molto diffusa era quella di trasportare la pietra dai suoi giacimenti in Afghanistan fino in Mesopotamia.
Caratteristiche Lapislazzuli
Inizialmente essa veniva designata con il termine zaffiro, che indicava anche la varietà di corindone blu con inclusioni di ferro e di titanio che soltanto in seguito assunse la denominazione esclusiva di zaffiro, con cui è nota ancora oggi. Un nuovo nome doveva quindi essere coniato per indicare il lapislazzuli: prima venne scelto il termine zaffiro orientale e poi lapis lazuli, dal latino lapis, “pietra e lazuli”, genitivo del latino medievale lazulum, “azzurro”.
Nota anche come lazurite o lasurite, il lapislazzuli è una roccia composta da lazurite, pirite e calcite. Essa non è mai trasparente né suscettibile di sfaccettatura, ma solo di levigatura e d’intaglio, per questo motivo i popoli antichi la utilizzavano per creare sigilli, collane, anelli e spille, ma anche pregevoli oggetti d’arte come vasi, scatole, statuine, fermacarte e simili.
Durante il Medioevo il lapislazzuli aveva un prezzo paragonabile a quello dell’oro ed era molto utilizzato come pigmento negli affreschi, in particolar modo in quelli che raffiguravano divinità.
Per quanto riguarda il suo valore commerciale, le pietre di maggiore pregio sono quelle di colore azzurro intenso uniforme, punteggiato di granuli piritici color giallo-oro. È diffuso soprattutto in Afghanistan, Cile ed India, ma anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali. Esemplari molto noti si trovano inoltre a San Pietroburgo. Tra gli altri pezzi celebri, ricordiamo un meraviglioso agoraio in lapislazzuli e diamanti conservato nel tesoro dei Sultani a Costantinopoli. Inoltre, sono di lapislazzuli tantissime pietre piatte con incisioni e rilievi trovate nelle tombe romane oppure risalenti al periodo medievale.
Come Riconoscere il Lapislazzuli
Il lapislazzuli è una pietra preziosa semi-preziosa notoriamente conosciuta per il suo colore blu vibrante. È stata molto apprezzata fin dall’antichità per il suo colore unico e viene ancora utilizzata oggi in gioielli e opere d’arte. Ecco alcuni suggerimenti su come riconoscere il lapislazzuli:
Colore: Il lapislazzuli ha un caratteristico colore blu, che può variare dal blu chiaro al blu intenso. In alcuni casi, può avere delle striature o dei puntini bianchi o d’oro (questi sono dovuti a minerali come la calcite e la pirite che sono presenti nella pietra).
Densità e Peso: Il lapislazzuli è una pietra piuttosto densa, quindi tende ad essere più pesante di altri minerali o gemme di dimensioni simili. Se hai un pezzo di lapislazzuli e un pezzo di vetro blu dello stesso volume, ad esempio, il lapislazzuli dovrebbe pesare di più.
Riflessione della Luce: Il lapislazzuli non è trasparente e non riflette la luce come le gemme più dure come il diamante o lo zaffiro. Invece, ha un lustro grasso o vitreo quando viene lucidato.
Durezza: Il lapislazzuli ha una durezza di 5-5,5 sulla scala di Mohs, il che significa che è relativamente morbido rispetto ad altre gemme. Può essere graffiato con una punta di acciaio, ma non con un’unghia.
Consistenza: Il lapislazzuli non è una pietra omogenea, ma è formato da diversi minerali. Questo può portare a una certa irregolarità nella struttura della pietra, con alcune parti che possono sembrare più granulose o rocciose.
Test del graffio: Data la sua durezza, il lapislazzuli può essere graffiato da un pezzo di porcellana (un retro di piastrella di ceramica, ad esempio). Un falso lapislazzuli in vetro o plastica non sarà graffiato in questo modo.
Ricorda sempre che, anche se questi suggerimenti possono aiutarti a identificare il lapislazzuli, la conferma definitiva può essere ottenuta solo da un gemmologo qualificato o da un laboratorio gemmologico professionale.